venerdì 11 luglio 2014

La poetessa Maria Luisa Meogrossi parla di Francesco

Maria Luisa Meogrossi
Parla di
Francesco Cinardi

Non capita spesso di incontrare un pittore – scultore come Francesco Cinardi. Guardando alcune delle sue opere, mi sono sentita aggredita da una gamma di colori violenti, erompenti da forme “quasi scultoree” che si ergono dalla tela a lanciare un messaggio simbolico.
Osservo attentamente un quadro che si impone. Raffigura un fascio di radici vigorose che, intrecciandosi e contorcendosi, si librano verso l’alto.
E’ insomma, una pittura vibrante, incisiva, che rileva la rabbia interiore contro tutto ciò che è falso, abietto, crudele e vigliacco (esclamazione dell’artista).
Personalmente sono rimasta profondamente turbata da una tela che raffigurava un fiume rosso, in piena, è sangue sparso nelle varie contrade di questo minuscolo villaggio, che è la terra.
In alcune tele la rabbia è meno violenta, addolcita da tinte più tenui, ma sempre tesa alla ricerca dell’eternità e dell’infinito come nelle delicate sculture in chiaro legno di ulivo, che con movimento armonico si stagliano verso l’alto.
Erano anni che aspettavo di incontrare un’artista di questo livello che sicuramente sconvolgerà l’arte contemporanea, e mi dispiace molto, forse quando questo avverrà io non ci sarò, ma mi sento molto fortunata che prima di andarmene da questo mondo ho potuto incontrare il maestro Francesco Cinardi e contemplare alcune delle sue opere.


Roma anno 1978                                                                            Maria Luisa Meogrossi

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