Giuseppe Chiovaro
Esidio
Parla di
Francesco Cinardi
Honorè
Doumier, pittore espressionista dell’800,
elevò a simboli di tristezza e di sofferenza i personaggi della “PICCOLA
COMMEDIA”, più intima ed ipica di quella di Balzac.
Francesco
Cinardi, pur coinvolto dal tema
originato dal suo predecessore, ha
inteso elevare i personaggi a simboli,
identificandoli in quella particolare espressione per accostarli ad una
parvenza di vita più intima e più vera.
Nelle sue
opere nulla è dovuto al caso; prova ne è la continua sollecitazione alla
malinconia del proprio io, pronto ad imprimere nel dolore l’emozione umana,
carica di sentimento, di ansie e filosofica rassegnazione.
Sulle tele
la vena pittorica, se pur velata da un’entità assillata dal dramma quotidiano,
traspare l’estro creativo dell’artista, in conflittualità persino con se
stesso.
Costretto,
ironia della sorte, ad inseguire per non essere inseguito dai silenti stati
d’animo dei suoi personaggi. Una pittura particolare, tutta da scoprire, da
osservare con la dovuta attenzione e meditazione; un’attenzione che oltrepassa
la stessa capacità visiva per cogliere i frammenti di una realtà che coinvolge
e sgomenta.
Francesco
Cinardi, plasmando le sue composizioni, imprime ad esse quella ribellione
interiore, alla ricerca di reali contenuti e valori perduti.
Roma anno
1978 GIUSEPPE
CHIOVARO ESIODO
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