venerdì 11 luglio 2014

Il poeta Francesco Rocco Arena dedica una sua poesia a Francesco

Il Poeta Francesco Rocco Arena
Dedica una poesia
A
Francesco Cinardi

Fiorisce nel mondo del bello
Riproducendo natura, arte
Affermante vocazione
Nel contesto sociale, vibra
Come suono di tromba
Esprimendo devozione ed affetto
Scopre il velato mistero
Collaborando con le forze magnetiche
Osannanti il creato

Conquiste di figure serene
Imitanti creazione
Nascono al tocco di scalpello
Analizzano pensiero elevato
Rifacendo il visibile
Dinamiche forme stilizzate
Idealizzano mondo interiore e trascendono materia sempre ovunque!


Al carissimo Francesco, dedico per la sua pittura e scultura una semplice e sincera parola, affinchè la nostra interrelazione amichevole apporti, sempre di più, nel mondo, bontà e pace.


Roma 13/11/1990                                         Francesco Rocco Arena

Intervista a Francesco


La poetessa Maria Luisa Meogrossi parla di Francesco

Maria Luisa Meogrossi
Parla di
Francesco Cinardi

Non capita spesso di incontrare un pittore – scultore come Francesco Cinardi. Guardando alcune delle sue opere, mi sono sentita aggredita da una gamma di colori violenti, erompenti da forme “quasi scultoree” che si ergono dalla tela a lanciare un messaggio simbolico.
Osservo attentamente un quadro che si impone. Raffigura un fascio di radici vigorose che, intrecciandosi e contorcendosi, si librano verso l’alto.
E’ insomma, una pittura vibrante, incisiva, che rileva la rabbia interiore contro tutto ciò che è falso, abietto, crudele e vigliacco (esclamazione dell’artista).
Personalmente sono rimasta profondamente turbata da una tela che raffigurava un fiume rosso, in piena, è sangue sparso nelle varie contrade di questo minuscolo villaggio, che è la terra.
In alcune tele la rabbia è meno violenta, addolcita da tinte più tenui, ma sempre tesa alla ricerca dell’eternità e dell’infinito come nelle delicate sculture in chiaro legno di ulivo, che con movimento armonico si stagliano verso l’alto.
Erano anni che aspettavo di incontrare un’artista di questo livello che sicuramente sconvolgerà l’arte contemporanea, e mi dispiace molto, forse quando questo avverrà io non ci sarò, ma mi sento molto fortunata che prima di andarmene da questo mondo ho potuto incontrare il maestro Francesco Cinardi e contemplare alcune delle sue opere.


Roma anno 1978                                                                            Maria Luisa Meogrossi

Giuseppe Chiovaro Esidio, parla di Francesco

Giuseppe Chiovaro Esidio
Parla di
Francesco Cinardi

Honorè Doumier, pittore espressionista dell’800,  elevò a simboli di tristezza e di sofferenza i personaggi della “PICCOLA COMMEDIA”, più intima ed ipica di quella di Balzac.
Francesco Cinardi,  pur coinvolto dal tema originato dal suo predecessore,  ha inteso elevare i personaggi a simboli,  identificandoli in quella particolare espressione per accostarli ad una parvenza di vita più intima e più vera.
Nelle sue opere nulla è dovuto al caso; prova ne è la continua sollecitazione alla malinconia del proprio io, pronto ad imprimere nel dolore l’emozione umana, carica di sentimento, di ansie e filosofica rassegnazione.
Sulle tele la vena pittorica, se pur velata da un’entità assillata dal dramma quotidiano, traspare l’estro creativo dell’artista, in conflittualità persino con se stesso.
Costretto, ironia della sorte, ad inseguire per non essere inseguito dai silenti stati d’animo dei suoi personaggi. Una pittura particolare, tutta da scoprire, da osservare con la dovuta attenzione e meditazione; un’attenzione che oltrepassa la stessa capacità visiva per cogliere i frammenti di una realtà che coinvolge e sgomenta.
Francesco Cinardi, plasmando le sue composizioni, imprime ad esse quella ribellione interiore, alla ricerca di reali contenuti e valori perduti.


Roma anno 1978                                                       GIUSEPPE CHIOVARO ESIODO